Storia di violenza, storia di soprusi, storia di violenza sulle donne e di una famiglia allo sbando e di un piccolo esserino costretto a vivere in un mondo che non dovrebbe essere il suo. Tutto questo, e molto altro, è "Qualcuno mi ha ucciso", il nuovo romanzo di Elena Levato. Pubblicato dalla BookSprint Edizioni, la giovane casa editrice di Vito Pacelli, il volume è disponibile nel classico formato della brossure cartacea e indaga le difficoltà di una vita partita male, ma che ha voglia di lottare per sopravvivere.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Già il mio nome è una storia! Da bambina mi hanno sempre chiamata Franca, scoprire in età adolescenziale che questo nome non era in anagrafe è stata una pillola dura da ingerire. Sono nata a Savelli(KR) Sila- Calabria, vivo ormai da decenni a Settimo Torinese (TO) e ho trascorso alcuni anni in provincia di Milano, e gli studi universitari a Napoli. Scrivere, così come leggere sono state due passioni che ho coltivato da piccola. Leggere, evidenziare, trascrivere e rileggere questa è stata una costante. Ho iniziato a scrivere poesie, commenti e soprattutto descrizioni. Ho scritto fiabe e favole, e in un periodo particolare della mia vita, mia figlia mi ha ad incoraggiato a pubblicare. Ho iniziato con un romanzo del genere fiaba lunga di cui posso dire di essere quasi una esperta, per passare adesso a un romanzo/denuncia. Non si decide di diventare scrittori, si scrive e basta: spesso le mani vanno sotto dettatura della mente, senza che io ne abbia consapevolezza. Infatti, ho scritto un romanzo in un mese e mezzo, sul ruolo della donna all'inizio del secolo. Ho ancora nel cassetto un romanzo fantasy.